PROSPECT – Link learning and social commitment for future citizens growth
Lo scopo del progetto
Il progetto ha lo scopo di sviluppare e testare un modello di educazione a partire dalla scuola materna alla scuola secondaria di I° centrando l’interesse sul service learnig considerandolo come un momento cruciale per il passaggio dal sapere al saper essere e saper fare per la formazione di un cittadino in grado di agire con Mens critica e di affrontare le grandi sfide del Nuovo Millennio.
L’implementazione di un nuovo modello educativo che pone il service learning come parte integrante del programma di studi nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, creerà esperienze di apprendimento basato su un approccio olistico che mira a sviluppare le competenze disciplinari e interdisciplinari unite a quelle della cittadinanza mondiale per la formazione di menti ben fatte (E.Morin) in grado di affrontare le grandi sfide che il terzo millennio richiede.
Le attività prefigurate
Le attività del progetto saranno sviluppate con riferimento ai tre livelli di istruzione dell’obbligo e vedrà come il risultato finale lo sviluppo di una proposta per la costruzione di un modello di educazione globale che incorpora il debate e il service learning nell’educazione e nel campo degli apprendimenti informali contenuti nei programmi scolastici attraverso UDA sperimentali.
Il modello formativo proposto sosterrà e favorirà lo sviluppo negli studenti di competenze di cittadinanza globale richieste dalle raccomandazioni dell’UNESCO del 2015 e Agenda 2030.
https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000261836
https://www.savethechildren.it//
Saranno realizzate le seguenti attività principali saranno realizzate al fine di raggiungere gli obiettivi del progetto:
1.Raccolta e analisi di pratiche interessanti in almeno 6 Stati membri europei circa il potenziamento delle competenze di cittadinanza globale nelle attività curriculari, per il monitoraggio degli effetti di educazione scientifica informale connessi ad esse. ( scadenza Febbraio 2020).
2.Formazione dei docenti sul global learning, service learning e debate (si concluderà a SETTEMBRE 2020) ed è divisa in due step:
- CIRCOLO DI STUDIO CON 20 PARTECIPANTI ( tra ICPG 4 e II Circolo Didattico e Tucep 7+7+7) Durata Circolo di studio: 12 ore in tre pomeriggi
- FORMAZIONE di 2 docenti per ciascun soggetto in FRANCIA : 5 giorni ( PERIODO SETTEMBRE 2020)
3.Testare il modello nei livelli di istruzione oggetto della proposta in almeno 3 classi per ogni paese partecipante, in base a un quadro comune basato, per esempio, sulla realizzazione di attività extrascolastiche per la progettazione e la realizzazione di compiti autentici. (PERIODO SETTEMBRE 2020-MARZO 2021)
4.Riportare i risultati delle pratiche educative sperimentate implementate nel progetto, in modo da moltiplicare gli effetti e i risultati. ( GIUGNO-AGOSTO 2021)
5. CONCLUSIONE PROGETTO SETTEMBRE 2021 : MULTIEVENTO
Il partenariato
Il partenariato è composto da sei Paesi europei:
AFORMAC -Francia (capofila)
AEVA – ASSOCIACAO PARA A EDUCACAO E VALORIZACAO DA REGIAO DE AVEIRO – Portogallo,
INSTITUT ZA PODGOTOVKA NA SLUJITELIV MEJDUNARODNI ORGANIZACII ZDRUZHENIE e REGIONAL DEPARTMENT OF EDUCATION – PERNIK- Bulgaria,
ASOCIACION CULTURAL EUROACCION MURCIA -Spagna,
WYZSZA SZKOLA BIZNESU I NAUK O ZDROWIU – Polonia
DIREZIONE DIDATTICA II CIRCOLO PERUGIA e ISTITUTO COMPRENSIVO PERUGIA 4 – Italia
TIBER UMBRIA COMETT EDUCATION PROGRAMME (Tucep) – Italia
presentazione Prospect per collegio
Meeting
Il Kick-off meeting, il primo meeting che ha dato l’avvio al progetto è avvenuto a Perugia nelle giornate del 5 e del 6. novembre 2019.
Output 1: Creazione di modelli di studio di esempi di buone pratiche con Service Learning
Novembre 2019 – Gennaio 2020
Il progetto PROSPECT mira a sviluppare e sperimentare un modello educativo sul tema della cittadinanza globale rivolto a tutti i livelli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, incentrato sull’apprendimento di servizio, come momento cruciale per il passaggio dalla conoscenza (sapere) all’abilità (saper essere) e alla competenza (saper fare). Questo processo garantirà̀ la formazione di un cittadino in grado di agire con pensiero critico e di affrontare la nuova sfida della società̀ globale.
Ricerca e raccolta di buone pratiche realizzate con S.L.
Da febbraio a settembre 2020, il partenariato ha concentrato la sua attenzione alla raccolta ed analisi di pratiche interessanti, realizzate in almeno sei stati membri europei, sul rafforzamento delle competenze di cittadinanza globale nelle attività̀ curricolari, per il monitoraggio del loro impatto sulle competenze degli alunni. Sia il quadro di riferimento, sia le metodologie e i risultati potrebbero essere trasferiti in altri contesti geografici ed educativi.
Al fine di unificare la raccolta di pratiche in tutti i paesi partner, sono stati sviluppati strumenti omogenei.
Metodologia
La strategia di raccolta e analisi dei dati si è articolata in diverse fasi:
- Sviluppo della metodologia.
- Conduzione dell’analisi (attività̀ di desk-research) in ciascuno dei paesi del progetto.
- Raccolta delle pratiche descritte a livello nazionale (traduzione in inglese).
- Preparazione di un report transnazionale (traduzione del report nelle lingue dei partner).
Fase 1) Sono stati sviluppati i seguenti strumenti:
- Modello per la descrizione delle pratiche;
- Metodologia: istruzioni per lo sviluppo e la descrizione delle pratiche.
Fase 2) L’analisi è stata condotta nei sei paesi partecipanti al progetto: Francia, Italia, Bulgaria, Polonia, Spagna e Portogallo ed è stata realizzata nelle lingue nazionali di ciascun partner.
I team nazionali sono stati impegnati nella raccolta di almeno 5 pratiche interessanti (per ogni paese) provvedendo alla relativa selezione e commento delle pratiche.
Il primo prodotto del progetto è stato implementato analizzando gli approcci metodologici di base per il rafforzamento delle competenze di cittadinanza globale nelle attività curricolari nei contesti nazionali dei paesi partner (è anche possibile fornire pratiche a livello internazionale o di altri paesi).
Identificazione e selezione delle buone pratiche
La selezione delle buone pratiche è stato un fattore importante: il partenariato ha infatti selezionato delle pratiche caratterizzate da qualcosa di innovativo, che introducano nuove soluzioni nell’oggetto del progetto. Allo stesso tempo, la buona pratica doveva essere provata e testata per dimostrare di avere successo.
Per “buona pratica” si intende una pratica che permette, in un determinato contesto, di raggiungere il risultato atteso, misurato in termini di efficienza ed efficacia, che può essere generalizzato o applicato in altri contesti, per poi essere adottato come modello.
Nel nostro caso, quindi, tutto ciò che in un dato contesto permette di raggiungere il risultato atteso misurato in termini di sviluppo e rafforzamento delle competenze di cittadinanza globale tra gli studenti nelle attività curriculari, può essere trattato come un modello.
Discutere le pratiche
Gli Study Circles possono includere la discussione delle migliori pratiche dei paesi partner raccolte nell’Intellectual Output 1 – PROSPECT Report. Non è specificato quali buone pratiche ogni partner dovrebbe affrontare nei loro Study Circles.
Ogni membro del partenariato ha, poi, dovuto compilare due questionari di autovalutazione delle attività relative all’Output 1.
ANNEX 1 Self-evaluation of output
Study Circle-Evaluation.docistitutocomprensivoperugia4.it/…/Study-Circle-Evaluation.doc.pdf
Output 2: Circoli di Studio su esempi di buone pratiche con Service Learning
Febbraio 2020 – Settembre 2020
La fase successiva è sata dedicata all’organizzazione dei Circoli di Studio in tutti i Paesi del partenariato. Tramite numerose call in videochiamata, i membri del partenariato hanno messo a punto la struttura organizzativa e contenutistica dei Circoli di studo da realizzare con il coinvolgimento di 120 insegnanti in totale, che lavorano direttamente dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria.
PROSPECT_Template of Practice.doc
STRUTTURA ORGANIZZATIVA PER I CIRCOLI DI STUDIO
I Circoli di Studio dei partner italiani: ICPg4, II Circolo Didattico, TUCEP
I Circoli di Studio, sono stati intesi come momento di apprendimento tra pari, che mirano a condividere competenze e pratiche con riferimento alle esperienze focalizzate sul Service Learning che possano supportare gli insegnanti nello sviluppo delle competenze individuali dei propri alunni e, al tempo stesso, come crescita per la comunità.
L’emergenza COVID-19 ha obbligato il partenariato ad assumere alcune modifiche organizzative, pur restando aderente alle fasi temporali previste dal progetto.
La chiusura delle scuole italiane protrattasi fino a settembre 2020, ha richiesto un adattamento deipartecipanti ai Circoli di Studio, tramite incontri online che si sono svolti tra la fine di giugno e inizio di luglio 2020.
Tali incontri sono stati preceduti da circolari interne agli istituti e dalla comunicazione avvenuta in Collegio Docenti, onde acquisire le adesioni dei docenti interessati.
L’ICPg4 ha presentato, perciò, in Collegio Docenti la proposta di adesione ai Circoli di Studio per riflettere e approfondire i concetti alla base del S.L. riferibili alle competenze di cittadinanza globale espresse da docmenti internazionali e nazionali, ivi comprese le esperienze documentate come buone pratiche di S.L. al fine di promuovere l’esperienza del Service Learning tra gli insegnanti della nostra scuola.
Circolare invito partecipazione ai Circoli di studio progetto Prospect
A seguito di un questionario di partecipazione alle attività, che prevedevano 3 incontri online condotti dai referenti del progetto e attività individuale di lettura e analisi di cinque buone pratiche, hanno aderito alla proposta di lavoro 14 docenti dell’ICPg4, tutti di scuola primaria. Questionario di adesione: https://forms.gle/DL6ZCbyJamEXjMnz7
Come stabilito dagli accordi del partenariato, il primo incontro si è riferito alla presentazione del tema Service Learning e presentato il calendario degli incontri nonché le ore a disposizione di lavoro individuale di ciascun partecipante. Al termine dell’incontro sono stati inviati a tutti i partecipanti i materiali relativi ad esempi di buone pratiche sviluppate in vari contesti scolastici italiani, per l’analisi individuale dei percorsi.
Service Learning_definizione_struttura
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEI WORKSHOP
CALENDARIO DEGLI INCONTRI DEI CIRCOLI DI STUDIO
Valutazione del lavoro svolto dal gruppo di studio interno all’ICPg4
Il dibattito, generato dalla presa di visione degli esempi rintracciabili in varie parti d’Italia di S.L., è stato molto vivace con ipotesi di lavoro, da mettere in campo quando sarà determinato il modello di Unità di Apprendimento con l’Output 3. Si è rilevato un forte interesse alla metodologia evinta dalle buone pratiche esaminate, riproponibile e trasferibile al contesto scolastico dell’istituto. La caratteristica più evidente sta nella integrazione interdisciplinare con il modello S.L. in favore dell’apprendimento delle competenze di cittadinanza globale, coniugando in tal modo sia le conoscenze disciplinari che l’idea di un apprendimento attivo utile a contribuire alla soluzione di problemi sociali o di contesto scolastico in cui le conoscenze e le competenze formative diventano uno strumento per una cittadinanza attiva. Gli alunni, infatti, sono messi in grado di utilizzare gli apprendimenti curricolari per generare proposte progettuali a beneficio della collettività presa in esame.
I docenti partecipanti hanno ritenuto questo punto di vista molto positivo, perché esso dà un senso concreto e immediato alle loro fatiche di studio e di apprendimento, creando le condizioni motivazionali per assicurare impegno, contributo e partecipazione e quindi sviluppare senso di responsabilità sia verso lo studio che verso il bene comune.
In modo particolare il tema globale della Sostenibilità ambientale ha coinvolto i presenti in appassionate discussioni in quanto ha toccato un nervo scoperto del plesso Giovanni Cena, una scuola potenzialmente all’avanguardia ma lasciata al degrado di una mancata ristrutturazione seria dopo la sua costruzione avvenuta nei primi anni ’60 del secolo scorso.
Ragionare e confrontarsi, quando si ha davanti un problema concreto, rende più evidente e reale cosa significhi, per chi educa, utilizzare il modello di S.L. nell’apprendimento scolastico.
Soprattutto in quest’era dove tutto è in velocità, dove i problemi collettivi sembrano astrazioni lontane perché quello che conta è ciò che ciascuno vive nel suo “orticello” di vita.
Ma è questo che la società attuale chiede alla scuola e alla formazione delle coscienze giovanili? Non sembra proprio, se si prende un po’ di tempo e si leggono i documenti internazionali sul clima, sull’inclusione di genere e di migrazioni, sulle competenze di cittadinanza globale.
Secondo il modello stabilito con il partenariato, i circoli di studio si sono basati su esperienze di apprendimento tra pari che coinvolgono e mirano a condividere competenze e pratiche con riferimento ad esperienze di apprendimento incentrate sul service learning, come momento cruciale per passare dalla conoscenza (sapere) all’abilità (saper essere) e alla competenza (saper fare).
I destinatari della formazione sono stati gli insegnanti della scuola e i formatori che lavorano con i bambini e/o i giovani in modo diretto.
Ogni facilitatore era responsabile della stesura di un verbale riassuntivo dopo la partecipazione di ogni circolo di studio, su un totale di tre. Tutti i verbali dei Circoli di Studio avvenuti in tutti i Paesi del partenariato sono stati rielaborati al dell’Output Intellettuale 2 in un breve rapporto che costituisce la sintesi dell’Output medesimo.
Transnational report_Catalogue of Good Practices_IT
DISSEMINAZIONE
Per diffondere gli esiti delle attività, oltre alla traduzione e condivisione con i docenti dell’ICPg4 del Report finale, è stato presentato in una apposita sessione del Collegio Docenti il documento riassuntivo del lavoro.
https://prezi.com/view/uQyNRshOOiFsB3BH68Ss/
Output 3:
1: Formazione per i docenti aderenti al piloting
2: Sviluppo del modello di Unità di Apprendimento con S.L.
3: Elaborazione dell’handbook
Anche le attività di questa sessione del progetto hanno subito un rallentamento rispetto al GANTT previsionale, a causa delle difficoltà create dall’emergenza COVID-19, che ha comportato la decisione di non procedere al meeting dedicato alla formazione in presenza ma di organizzare le attività online, che sicuramente non sono state sostitutive delle attività in presenza, ma hanno consentito al partenariato di non interrempore il progetto stesso.
Questi ritardi hanno fatto assumere al partenariato anche la decisioen di richiedere un prolungamento del progetto, fatto che l’Agenzia Nazionale Francese ha accolto, indicando febbraio 2022 come date di termine del progetto.
Dopo una serie di videocall, si è proceduto all’organizzazione dle primo step di questo Output, dedicata alla formazione dei docenti e alla elaborazione delle UdA.
- Formazione per i docenti aderenti al piloting
Dal 28 Gennaio all’11 Febbraio 2021 si è svolta la formazione per i docenti aderenti al progetto Prospect e disponibili a realizzare la sperimentazione con le classi delle Unità di Apprendimento elaborate all’interno di questa sessione.
Dopo il primo incontro teso a ridefinire per i partecipanti il senso complessivo del progetto e dell’approccio educativo del Service Learning per l’innovazione delle metodologie di insegnamento e sul compito di questo Output, volto alla costruzione di Unità di Apprendimento (UdA) con S.L., ogni incontro si è sviluppato con una univoca struttura, utilizzando uno stesso form:
- Presentazione di un tema di cittadinanza globale da parte dei vari membri del partenariato
- Sostenibilità ambientale
- Il fenomeno migratorio
- Parità di genere
- Cittadinanza globale
- Suddivisione del gruppo di lavoro in tre sottogruppi
- Brainstorming e riflessione individuale sul Service Learning applicato al tema oggetto di approfondimento
- Condivisione in grande gruppo sui risultati di ogni sottogruppo di lavoro
- Brainstorming sul contenuto dell’unità di apprendimento legata al tema prescelto
- Raccolta delle idee su un form predisposto
- Feedback e valutazione della sessione di formazione all’interno dei team di ciascun partner
PROSPECT_IO3_learning unit_structure
La condivisione del gruppo italiano
Il team italiano, in preparazione delle attività di formazione, si era già confrontato con alcuni documenti prodotti dal CVM (Marche) sia sulle tematiche di cittadinanza globale che sulle strutture di UdA ed ha portato questi contributi in seno al dibattito dei gruppi di formazione del partenariato.
Rubica delle competenze . doc (1)
2. Sviluppo del modello di Unità di Apprendimento con S.L. e raccolta delle UdA in un handbook
Al termine delle 5 giornate di attività, il partner TUCEP responsabile dell’Output 3 per la redazione dell’handbook delle UdA elaborate in questa sessione, ha recepito le proposte dei vari gruppi, rielaborandone i contenuti in modo da renderle coese, omogenee e uniformi nella struttura, e differenziandole per le età degli studenti che parteciperanno alla sperimentazione dal prossimo settembre 2021.
PROSPECT_IO3_Educational Model_Version01_final PROSPECT_IO3_Educational Model_Version01_final
Learning Unit_1-5_Environmental_Sustainability_EN.docx
Learning unit_6-11_Immigration_EN.docx
Prospect_2nd Progress Report tool_ICPG4
DISSEMINAZIONE
Le attività relative a questa sessione sono state diffuse attreverso due post nel facebook dell’ICPg4, volto alla comunicazione con le famiglie e pubblico.
https://www.facebook.com/ICPerugia4/
Conclusione Progratto Prospect – Erasmus+ 2019-2022
Da settembre scorso, è iniziata la sperimentazione con le classi dell’istituto e della direzione didattica coinvolte, nelle sedi della scuola primaria Giovanni Cena e Lombardo Radice e due plessi del II circolo didattico di Perugia. I docenti, impegnati anche con le nuove indicazioni sull’educazione civica come disciplina trasversale e formativa, hanno ben accolto le suggestioni derivanti dalle proposte PROSPECT, che innalzano la qualità delle proposte didattiche, evolvendo il pensiero non solo sulle regole di buon comportamento, pure utili, ma valorizzano la capacità di partecipare, di pensare e approfondire, di ragionare sulle cose del mondo, quelle dei “grandi” che sentono in televisione o nei discorsi in famiglia e che ora stanno diventando conoscenze di cui si appropriano mostrando un buon senso sicuramente superiore agli adulti.
Il tema della sostenibilità ambientale si è sviluppato prendendo come argomenti l’acqua come risorsa e bene limitato, l’alimentazione sotto il punto di vista del diritto a goderne, gli inquinamenti che coinvolgono ambienti mondiali, i cambiamenti climatici, le migrazioni e la fratellanza tra i popoli come problemi di integrazione sociale. Problematiche che sono sotto gli occhi di tutti e che ingenerano disparità di diritti tra le popolazioni che possono permettersi di sprecare i beni o di vivere in condizioni di benessere e coloro che soccombono per la mancanza dei beni necessari alla sopravvivenza.
Le unità di apprendimento sviluppate hanno incontrato un interesse generalizzato e una sensibilità tra i nostri piccoli alunni difficilmente ravvisabile con attività di tipo tradizionale sui diritti e doveri dei cittadini. Essi hanno potuto constatare come il tema della cittadinanza globale comporta l’assunzione di responsabilità da parte dell’umanità intera e che ciascuno nella propria porzione di mondo che vive, può sicuramente fare qualcosa, ma soprattutto hanno dimostrato di apprezzare la considerazione delle idee, delle suggestioni e delle proposte ottenuta nel momento della pubblicizzazione dei prodotti realizzati, diffusa sia tra gli altri coetanei che presso le famiglie e gli operatori scolastici.
Grazie al prototipo elaborato, ogni percorso si è innestato nel curricolo annuale delle classi (7 classi dell’istituto Perugia 4), utilizzando i contenuti disciplinari di quasi tutte le materie di insegnamento ma organizzati in forma unitaria, come dovrebbe essere il processo di insegnamento/apprendimento. I nostri alunni hanno sviluppato ed acquisito procedure di dibattito, di ipotizzazione, di approfondimento e studio, di elaborazione progettuale per comunicare le significative acquisizioni apprese, ed infine, hanno realizzato prodotti semplici ma originali in grado di riassumere il percorso avvenuto e diffondere utili suggerimenti alla cittadinanza per far fronte, come cittadini consapevoli, alla gravità dei problemi globali che investono la moderna società tecnologica “evoluta” che non ha scrupoli nel calpestare i diritti umani e di tutti gli esseri viventi
Le sperimentazioni delle UdA
La sperimentazione ha coinvolto alunni dalla classe prima alla classe quarta sui temi seguenti:
AREA IMMIGRAZIONI
- L’amicizia
- La fratellanza
AREA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
- I cambiamenti climatici
- L’acqua come risorsa limitata e bene prezioso
- L’inquinamento dei mari
- La sana alimentazione
Ogni docente ha assunto il relativo modello di UdA elaborato dal partenariato e dal contributo dei docenti in formazione e lo ha tradotto all’interno del contesto classe, avendo cura di seguire l’iter metodologico, espresso dal modello pedagogico del Service Learning.
Nello specifico:
Classe prima B: Teniamoci per mano 1
Il percorso adattato per i bambini di classe prima, ha seguito l’itinerario stabilito dall’UdA sulla fratellanza tra i popoli. Nel caso di bambini di 6 anni, dopo la fase di brainstorming sul concetto di amicizia in cui ognuno ha espresso il proprio pensiero, tale concetto ha avuto il suo fondamento metaforico attraverso l’ascolto e la comprensione di brevi storie che avevano come protagonisti sia esseri umani che animali che vegetali .I l lavoro condotto, quindi, ha utilizzato strumenti linguistici classici come la narrazione, l’ascolto, la divisione, la comprensione e la divisione in sequenze dei brani, nonché gli strumenti iconici e corporei, attraverso i quali passa sia la motivazione all’apprendimento che i contenuti dell’apprendimento.
Classi seconde C – D: Teniamoci per mano 2
Le attività sono partite dal brainstorming sul significato della parola fratellanza per verificare le idee mentali e le conoscenze dei bambini. Attraverso una fiaba ambientata in un paese orientale, i bambini hanno lavorato sull’ascolto, sulla lettura delle immagini, hanno indagato la struttura narrativa del testo fantastico, ricostruito l’intera storia tramite disegni dei momenti significativi della narrazione, li hanno esposti alla classe per poi discuterne insieme sul significato recondito e trarre l’insegnamento circa l’amicizia duratura e vera tra le persone, fino a costruire insieme una filastrocca che ha originato una rappresentazione, diffusa con un video alle famiglie e inserita nel sito scolastico.
Classe terza C: Mangiar sano, mangiare tutti
Sulla base dell’UdA dedicata alla alimentazione, la classe terza ha intrapreso un percorso sui sani principi alimentari, con l’intenzione di modificare le abitudini alimentari dei bambini e rendere il menù vario e ricco. Partendo da un brainstorming dedicato al significato di nutrizione e alimentazione, i bambini sono stati coinvolti nello studio dei principi alimentari degli alimenti più comuni e diffusi, hanno esplorato la semina e la germinazione dei legumi. Hanno letto e ascoltato brani letterari sul cibo, implementate da attività sui riti religiosi e il pane. Il risultato più evidente raggiunto, è stato il cambio di abitudini alimentari nelle merende e nei pasti portati da casa durante le attività pomeridiane a scuola. Il secondo step ha riguardato la fame nel mondo e il diritto per tutti di avere la sussistenza alimentare. I racconti raccolti presso le famiglie provenienti dai Paesi extracomunitari poveri, supportate con video clip documentative, hanno dato vita ad un dibattito molto importante sulle differenze tra i paesi dell’Occidente ricco e i paesi poveri. Al termine di questo percorso, hanno deciso in circle time di proporre anche ad altri bambini alcune idee per diffondere i risultati delle attività alla comunità. Dagli esiti ricevuti, è nato un ricettario realizzato con il supporto delle famiglie e una brochure disseminativa sul diritto al cibo per tutti.
Classe quarta B: Mare nostrum
Lo studio geografico sull’ambiente marino è stato lo spunto per attivare l’UdA sull’acqua, sotto un punto di vista particolare, se vogliamo lontano dalla realtà territoriale dei nostri alunni. Dopo aver organizzato un circle time sui problemi che ineriscono tale ambiente, denunciati proprio dal libro di testo. Il problema delle plastiche ha colpito in modo particolare i bambini, così come il problema delle carrette del mare dei migranti. Il circle time ha posto in rilievo conoscenze contrastanti e superficiali: di fatto il mare rappresentava la vacanza. Da qui la decisione di utilizzare la struttura dell’UdA Prospect e il metodo del Service Learning. Le allarmanti questioni globali dell’ambiente marino sono state analizzate, usando le strutture disciplinari curricolari.
Le maggiori conoscenze acquisite, hanno permesso ai bambini di riflettere sugli inquinamenti delle acque e di elaborare proposte in piccoli gruppi di lavoro, per diffondere piccole azioni, come buone pratiche per proteggere il mare. Il risultato della lettera/intervista presso alunni di altre classi, ha determinato la scelta di costruire un volantino di denuncia sull’uso delle plastiche e il loro versamento nel mare.
Classe quarta D: Acqua bene prezioso e risorsa limitata
Un rubinetto dell’acqua che perde nei bagni scolastici, tubature vetuste sono diventate l’oggetto di osservazione e di un dibattito in circle time con gli alunni della classe. Alle domande su cosa si intende per acqua e per acqua potabile, le risposte sono state varie e tutte importanti per dare il via all’unità di apprendimento Prospect sull’acqua come risorsa limitata e bene prezioso. L’esigenza di mettere a sistema le informazioni già possedute, renderle coese e scientificamente documentate, utili alla riflessione e alla consapevolezza che l’acqua dolce non è un bene a disposizione di tutti e noi che viviamo nella società del benessere e del consumismo, siamo in grado di sprecarne senza pensare al diritto disatteso.
Il percorso di apprendimento ha coinvolto quasi tutte le discipline miranti ad analizzare il “bene acqua” dal punto di visto storico/letterario, scientifico, religioso, geografico e non da meno è stato l’oggetto interdisciplinare che ha legato il percorso di apprendimento di educazione civica. La metariflessione successiva ha portato in evidenza gli apprendimenti intervenuti, la consapevolezza del diritto negato di un bene vitale ma soprattutto degli sprechi che ciascuno di noi fa quotidianamente.
Naturalmente è avvenuta la decisione collettiva di ideare degli strumenti comunicativi di denuncia. Il contributo dato dall’indagine presso alunni di altre classi, ha permesso di realizzare un e-pub con tutti i video documentativi e un manifesto elaborato da ogni gruppo di lavoro da diffondere nella scuola e fuori.
Classe quarta C: I cambiamenti climatici
Il bisogno di conoscenza è sicuramente la molla più motivante per intraprendere un percorso di apprendimento legato al Service Learning su argomenti ritenuti oggetti di preoccupazione del mondo adulto. La medialità e la globalità delle informazioni e delle notizie coinvolgono anche il mondo bambino e lo incuriosiscono nel tentativo di comprendere qualcosa di difficile. La conferenza sui cambiamenti climatici di ottobre 2021 è stato tutto questo, e ha creato le condizioni per intraprendere un dibattito fruttuoso sul clima, sui degradi e azioni devastanti il naturale ciclo climatico. Si è osservato che il clima era ridotto a segmenti del sapere geografico, di tipo sostanzialmente teorico/libresco.
Le attività realizzate con una struttura interdisciplinare dall’intero team, hanno fatto approfondire le conoscenze e le informazioni, dando un criterio unitario di lettura del fenomeno composito e dei fattori umani che generano le gravi condizioni climatiche che si abbattono sulla Terra. Dopo la metariflessione che ha messo in sinergia le conoscenze e il questionario proposto agli altri alunni sugli strumenti di comunicazioni più adeguati per la comunicazione delle proposte per ridurre gli sprechi energetici, i bambini hanno lavorato su videoclip realizzate in piena autonomia e ricomposte in un e-pub e su un volantino manifesto da diffondere presso famiglie e scuole.
Output 4: Sistematizzazione delle Unità di Apprendimento e delle risorse didattiche
E’ sulla base di questo lavoro collaborativo di discussione, confronto, elaborazione del gruppo di partenariato allargato che si sono sviluppate Unità di Apprendimento dedicate, da sperimentare in ugual modo nei vari Paesi, con la consapevolezza che tali sperimentazioni potessero permettere il passaggio dalla conoscenza, all’abilità e, infine, alla competenza di ciascun alunno coinvolto e quindi con la volontà di sostenere l’implementazione dei curricula scolastici con il modello di educazione PROSPECT.
Al termine della definizione del prototipo che definisce un nuovo modello di apprendimento per tutti i livelli scolastici, a partire dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole medie superiori, basato sulla metodologia del Service-Learning, che riguarda il momento cruciale per passare dalla conoscenza (sapere) all’abilità (saper essere) e alla competenza (saper fare), il partenariato si è occupato di dare sistema coerente al materiale, traducendolo nella varie lingue dei Paesi partner, per essere messo a disposizione dei docenti che avrebbero partecipato alla fase di sperimentazione, utilizzando nell’apposito ambiente web https://prospect.aeva.eu/index.php/io4-open-educational-resources/.
Al suo interno si ribadisce l’obiettivo principale di questo modello educativo che è quello di sviluppare le competenze di cittadinanza globale degli studenti assicurando la formazione della capacità di un cittadino di agire con pensiero critico e di affrontare la nuova sfida della società globale, e i criteri utilizzati per la sua elaborazione:
approccio di apprendimento progettato su diverse fasce d’età degli studenti;
● metodologie di insegnamento/apprendimento con riferimento ai diversi livelli di istruzione;
● competenze di cittadinanza globale da acquisire;
● risultati attesi dall’implementazione di attività basate sulla metodologia del Service-Learning volte a permettere agli studenti di acquisire conoscenze e competenze per risolvere un problema reale nella comunità;
● Strumenti per lo sviluppo di approcci e metodologie;
● prototipo dimostrativo relativo all’implementazione del modello di apprendimento.
L’Output 3, quindi, include un elenco di attività, informazioni sul campo di attività, metodologie, fascia di età, durata, obiettivi e obiettivi, materiali e risorse da utilizzare e istruzioni per la preparazione, l’attuazione e la valutazione di ciascuna attività.
Comprende le 4 aree individuate durante la fase di ricerca e di elaborazione del modello progettuale:
- SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Unità di apprendimento 01 – NON TAGLIARE QUELL’ALBERO!
Unità di apprendimento 02 – Giardino verde per una vita san
Unità di apprendimento 03 – Cosa mangi?
Unità di apprendimento 04: Acqua: una risorsa preziosa!
Unità di apprendimento 05 – CAOS CLIMATICO
- IMMIGRAZIONE
Unità di apprendimento 06 – TENIAMOCI TUTTI PER MANO!
Unità di apprendimento 07 – SIAMO TUTTI CITTADINI DEL MONDO.
Unità di apprendimento 08 – Un mondo, nazioni diverse; una scuola, culture diverse
Unità di apprendimento 09 – CENERENTOLA SENZA FRONTIERE
Unità di apprendimento 10 – UN MONDO SENZA MURI!
Unità di apprendimento 11 – INSIEME!
- PARITÀ DEI SESSI
Unità di apprendimento 12 – Giochiamo… ma è un gioco da ragazze o da ragazzi?
Unità di apprendimento 13 – Giano bifronte: un problema di genere
Unità di apprendimento 14 – Rompere i martelli e le scope
Unità di apprendimento 15 – Noi siamo uguali!
Unità di apprendimento 16 – Un problema di genere
Unità di apprendimento 17 – Qual è il suo ruolo nel gioco della vita?
- CITTADINANZA GLOBALE
Unità di apprendimento 18 – Tu ed io… bambini con gli stessi diritti!
Unità di apprendimento 19 – L’amicizia
Unità di apprendimento 20 – Cittadinanza digitale globale
Unità di apprendimento 21 – I diritti umani
Unità di apprendimento 22 – Noi cittadini del mondo
ALLEGATO: UN MODELLO EDUCATIVO CON SERVICE LEARNING
Tutte queste pratiche possono essere facilmente testate da insegnanti e formatori. Il sito web rimarrà, infatti, aperto gratuitamente anche dopo la fine del progetto per permettere la cooperazione tra gli attori chiave della scuola e la sistematizzazione e la promozione degli output e dei risultati del progetto.
DISSEMINAZIONE
https://www.facebook.com/erasmusprospect/?ref=pages_you_manage
OUTPUT 5 : Report Finale e Multievento
Le Unità di Apprendimento, selezionate dal team nazionale, sono state sostanzialmente molto interessanti e utili per comprendere la metodologia del Service Learning applicata alle attività curriculari. Tutte le best practices raccolte si sono concentrate sui temi principali del progetto, quali:
Responsabilità etica degli studenti imparare ad agire per un obiettivo comune comprendere l’importanza e la responsabilità della protezione ambientale inclusione sociale promuovere la partecipazione degli studenti come cittadini del mondo in questioni globali.
L’obiettivo è stato quello di colmare il divario tra la formazione degli insegnanti e gli strumenti necessari per affrontare le questioni globali del nostro pianeta da un punto di vista educativo, per un futuro sostenibile, rendendo disponibili, accanto alla formazione e all’intervento di esperti, Unità di Apprendimento e materiali adatti all’uso quotidiano nelle classi. Attraverso questi strumenti è possibile affrontare situazioni/problemi significativi per gli studenti legati alla sicurezza alimentare, alle migrazioni internazionali e all’economia globale.
Fondamentalmente, l’attuazione delle buone pratiche identificate dai partner ha coinvolto insegnanti, studenti, genitori e la comunità a cui le attività erano rivolte. Gli obiettivi principali delle buone pratiche erano:
– Promuovere l’educazione, la sensibilizzazione e la partecipazione di tutti i cittadini alla cooperazione internazionale e allo sviluppo sostenibile.
– Promuovere lo studio delle grandi questioni globali nella scuola attraverso l’integrazione tra l’insegnamento curricolare e le pratiche di cittadinanza attiva.
I progetti realizzati nelle UDA selezionate sono stati estremamente utili per il partenariato per avere un’idea più chiara su come applicare la metodologia del Service Learning nelle attività curricolari della scuola, e come sviluppare le unità di apprendimento incluse nel modello educativo PROSPECT.
Nell’incontro avvenuto con i team docenti che hanno partecipato alla sperimentazione si è evinto che sono stati superati alcuni ostacoli cognitivi e professionali posti in essere nelle fasi precedenti:
o Quale sforzo energetico sarebbe occorso per applicare la metodologia SL durante le attività curricolari;
o Come sostenere gli alunni nel diventare protagonisti durante lo svolgimento di attività basate sulla metodologia del Service Learning;
o Quali implicazioni comportava per il curricolo scolastico l’adozione del Service Learning come approccio di apprendimento nel sistema scolastico a tutti i livelli educativi;
o Come avrebbe potuto la metodologia SL aumentare la motivazione e l’autostima degli studenti.
o In che modo si sarebbe potuto innescare il coinvolgimento consapevole delle famiglie e della comunità nei progetti di Service Learning.
o Quali difficoltà avrebbero avuto nel coordinarsi gli insegnanti coinvolti nelle materie della classe che partecipa al progetto di Service Learning.
o Quali strategie si sarebbero dovuto porre in atto per coinvolgere le associazioni del quartiere, in base al tema del progetto, per ottenere un valore aggiunto.
o Come fare ad identificare i bisogni del contesto al fine di definire un tema comune per la costruzione del progetto di Service Learning.
Di fatto, le principali sfide identificate dai partecipanti hanno riguardato l’implementazione del Service Learning sono principalmente legate a :
– la paura di non essere in grado di applicarlo al proprio contesto e durante le attività curriculari che svolgono con i loro studenti;
– la difficoltà di trovare risorse finanziarie per realizzare progetti di Service Learning;
– il numero limitato di ore che gli insegnanti hanno a disposizione per realizzare progetti di service learning durante le attività curricolari.
La sperimentazione delle unità di apprendimento del modello educativo PROSPECT ha coinvolto 10 classi delle scuole partner italiane ICPG4 e Direzione Didattica II Circolo per un totale di 180 alunni della scuola primaria. La fascia di età degli alunni va dai 6 ai 10 anni.
22 insegnanti hanno accettato di testare le unità di apprendimento come parte delle loro attività curricolari. Erano principalmente insegnanti di diverse materie che erano stati precedentemente coinvolti in attività del progetto come Study Circles e LTTA.
In entrambe le scuole, gli insegnanti coordinatori del progetto PROSPECT hanno proposto le unità di apprendimento da testare all’inizio dell’anno scolastico. Le proposte hanno incontrato un buon interesse tra gli insegnanti della scuola primaria e un discreto interesse tra gli insegnanti della scuola secondaria, tanto che alla fine solo gli insegnanti della scuola primaria erano disposti a testarle nelle loro classi.
L’applicazione delle metodologie di Service Learning attraverso strategie come il circle time, il brainstorming, il lavoro di gruppo, ha portato gli studenti a prendere coscienza di quanto siano importanti i macro – argomenti trattati per accrescere le loro competenze di cittadinanza globale, anche attraverso una maggiore consapevolezza delle problematiche legate all’argomento.
Inoltre, le visite didattiche (dove l’emergenza sanitaria lo ha reso possibile) e il confronto con realtà e soggetti esterni al contesto scolastico si sono rivelati altamente motivanti e capaci di generare una nuova consapevolezza negli alunni.
Gli alunni coinvolti nei percorsi di apprendimento si sono dimostrati molto attivi dal punto di vista cognitivo e operativo, producendo alla fine di ogni unità prodotti divulgativi che mostravano la consapevolezza delle competenze di cittadinanza globale legate alle varie unità di apprendimento sperimentate.
In conclusione, possiamo dire che i risultati ottenuti sono essenzialmente di due livelli:
– dal punto di vista del lavoro svolto dagli insegnanti, c’è stata una grande ricerca di contenuti, attività e strategie non sempre comuni al lavoro tradizionale in classe.
– Per quanto riguarda l’apprendimento degli alunni, c’è stato un livello molto alto di interesse per gli argomenti trattati, una forte motivazione a cercare soluzioni originali, con un forte spirito di collaborazione e partecipazione. I risultati di apprendimento sono stati generalmente a livelli medio-alti, compresi gli alunni con bisogni speciali di apprendimento.
L’evento nazionale finale è stato programmato per il 24 febbraio e si è svolto online, dato che la persistente emergenza Covid non ha permesso attività in presenza.
I partner italiani hanno presentato gli esiti della sperimentazione e come la metodologia del Service Learning può essere applicata all’interno delle attività curriculari al fine di sviluppare e migliorare le competenze di cittadinanza globale degli studenti. E’ stata, quindi, anche l’occasione per mostrare i prodotti realizzati dagli studenti coinvolti nella sperimentazione delle unità di apprendimento e l’impatto sulla comunità locale.
I risultati dell’evento finale
L’evento ha dato modo di riportare anche i feedback degli insegnanti finalizzati ad individuare gli obiettivi, le strutture e gli argomenti su cui si potrà diffondere il modello educativo di Prospect. Di seguito si riportano alcuni suggerimenti rilevanti:
– la definizione di cittadinanza globale a livello educativo comprende:
– lo sviluppo di un senso critico e riflessivo del mondo che ci circonda
– lo sviluppo di un senso di appartenenza e di responsabilità
– l’educazione alla convivenza, alla sostenibilità e al superamento dei pregiudizi e delle disuguaglianze
– Lavorare per il benessere delle generazioni future
– Consapevolezza di essere parte di un problema e guardare alla sua possibile soluzione con azioni concrete e vive.
– fornire agli studenti conoscenze, competenze e valori che contribuiscano alla promozione della tolleranza, della pace e dell’equità nel mondo
– sentirsi parte di una “comunità” più grande in cui anch’io, come individuo, posso (e devo) contribuire consapevolmente
– rispettare i diritti e le libertà fondamentali
– essere in grado di contribuire al benessere mondiale attraverso comportamenti empatici, sostenibili e solidali.
I partecipanti hanno suggerito di utilizzare la metodologia inclusiva dell’apprendimento cooperativo che darà a tutti gli alunni la possibilità di essere protagonisti nella costruzione e nella realizzazione del progetto, specialmente gli alunni con disabilità fisiche e cognitive.
La scalabilità del progetto
Le possibili azioni di sfruttamento e sostenibilità del progetto riguardano principalmente due aspetti:
1. L’integrazione delle proposte didattiche nel curriculum scolastico delle scuole coinvolte nel progetto.
2. La sensibilizzazione degli enti preposti alla pianificazione delle attività curricolari scolastiche, come gli Uffici Scolastici Regionali del nostro paese.
Per quanto riguarda la prima azione, è fondamentale fornire proposte didattiche relative alle competenze di cittadinanza globale, all’interno del curriculum scolastico e quindi garantire un’attenzione privilegiata alle tematiche globali nel corso degli anni. Anche l’implementazione delle competenze di cittadinanza all’interno dei traguardi di competenza previsti dalla normativa nazionale e dalle linee guida del curricolo scolastico sono molto importanti per garantire lo sviluppo di competenze di cittadinanza globale nei nostri studenti.
Per quanto riguarda la necessità di sensibilizzare le istituzioni responsabili della selezione degli argomenti del curriculum scolastico, in Italia, le linee guida sono solitamente emanate dal Ministero dell’Istruzione e sono le stesse per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Tuttavia, ogni scuola ha un certo grado di autonomia per applicare metodologie innovative e per inserire progetti trasversali nel curriculum. Attraverso le valutazioni periodiche che le scuole partner del progetto invieranno agli organi ministeriali, verrà incoraggiato l’inserimento della metodologia del Service Learning come approccio educativo per favorire le competenze di cittadinanza globale degli studenti, soprattutto nella disciplina dell’Educazione Civica, recentemente reintrodotta dal Ministero dell’Istruzione come parte del curriculum.
Infine, un’altra azione che può essere intrapresa per assicurare la sostenibilità del progetto, è lo sviluppo di nuovi progetti basati sulla metodologia del Service Learning rivolti ad altri gruppi target, come gli studenti delle scuole superiori o della formazione professionale.
Le attività svolte nell’ambito del progetto Prospect, così come i prodotti sviluppati dal partenariato, hanno sottolineato l’importanza di agire affinché il mondo dell’istruzione, e in particolare la scuola, svolga un ruolo cruciale nella sensibilizzazione ai problemi della nostra società. In particolare, il pilotaggio delle unità di apprendimento mirava a rafforzare il senso di responsabilità, la salvaguardia, il rispetto degli altri attraverso la metodologia del Service Learning, che favorisce la coesione tra la scuola e la comunità, tra questioni locali e globali e viceversa.
L’implementazione del modello educativo PROSPECT basato su questa metodologia ha avuto come obiettivo la sensibilizzazione dei futuri cittadini che, anche se su piccola scala, potranno essere in grado di contrastare le volontà, spesso di natura economica, che rendono il nostro mondo malato. Ancora più importante, la sperimentazione delle unità di apprendimento rafforzerà le competenze di cittadinanza globale dei bambini che saranno gli adulti del nostro futuro.
Inoltre, il valore aggiunto di questo progetto sta nell’inclusione di argomenti di importanza globale all’interno del normale curriculum scolastico, dove le discipline sono strumenti di stimolo e conoscenza che facilitano l’apprendimento specifico degli alunni.
Data l’importanza e i risultati della sperimentazione del modello educativo PROSPECT, il team italiano ha riportato e continuerà a riportare le suddette considerazioni nei documenti di valutazione periodica che vengono inviati agli organi ministeriali competenti. In questo modo, ci si aspetta che la metodologia del Service Learning e le tematiche del progetto volte ad accrescere le competenze di cittadinanza globale dei ragazzi possano essere inserite nelle Indicazioni Nazionali Scolastiche.
Conclusioni
Il modello educativo Prospect spinge a riflettere sul significato da dare alle materie scolastiche tradizionali nella moderna società della conoscenza in vista dell’obiettivo educativo di attivare nella scuola competenze di cittadinanza globale.
La conoscenza è uno degli elementi della competenza, per cui il sistema educativo è chiamato a fornire una solida preparazione disciplinare che abiliti competenze cognitive, conoscenze utili per una buona preparazione di base dello studente che si affaccia alla vita adulta.
Pertanto, è necessario che i contenuti didattici siano utili per adottare metodi investigativi, di analisi della realtà, cercando di creare le condizioni affinché il giovane sia in grado di comprendere la realtà stessa, di argomentare le proprie opinioni – in virtù delle conoscenze disciplinari acquisite – e di proporre soluzioni ai problemi che riguardano l’ambiente umano e fisico.
Il saper essere è il terzo elemento della competenza. La realizzazione di programmi scolastici con uno sguardo analitico e propositivo sulle grandi questioni che riguardano il mondo è la traduzione concreta del saper essere. Le questioni ecologiche, di genere, di diritti e di cittadinanza per tutti diventano, quindi, contenitori dove la competenza può essere esplicitata e verificata.
Alle competenze europee già previste nelle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa sulle competenze essenziali per la moderna società della conoscenza, se ne aggiunge un’altra: la competenza di cittadinanza globale, che comporta non solo la partecipazione attiva degli individui alla vita del loro territorio, ma anche un contributo effettivo alla presa in carico dei problemi mondiali per fornire possibili soluzioni, a partire dalle azioni quotidiane che ogni persona può mettere in atto.
Il modello Prospect ci ha permesso di mettere in relazione il curriculum della materia con il tema globale, dimostrando come le scuole possano attuare azioni per preparare i giovani ad affrontare le sfide del loro futuro, senza corsi extracurricolari, ma piuttosto utilizzando le conoscenze apprese per osservare, analizzare i dati, cercare risposte e proporre soluzioni.
Tutte le unità proposte sono funzionali allo sviluppo delle competenze di cittadinanza globale, con riferimento ai documenti UNESCO e all’Agenda 2030. Sicuramente con i bambini fino a 11 anni, i temi legati all’ambiente, alla solidarietà, al rispetto degli altri, sono più vicini all’esperienza di vita di questa fascia di età e quindi meglio organizzati come unità di lavoro, all’interno della scuola primaria. Infatti, i temi citati sono osservabili e percepibili in relazione alle conoscenze e agli apprendimenti che avvengono a questa età.
Infine, sulla base della nostra esperienza, gli aspetti che hanno funzionato meglio nel modello educativo proposto sono stati:
o il coinvolgimento attivo degli alunni in ogni fase del processo e nello sviluppo del proprio apprendimento
o la pianificazione di percorsi che mirano ad essere integrati nel programma curricolare
o la collaborazione tra insegnanti, alunni e comunità.
Le unità di apprendimento hanno riguardato i principali temi “caldi” studiati e proposti da scienziati, ricercatori, esperti e persone comuni, per esempio Greta Thunberg e il suo movimento.
Come si può ben supporre, l’ampia gamma di argomenti rende difficile tradurli in azioni didattiche da realizzare all’interno delle attività scolastiche tradizionali. Si tratta di cambiare metodologie e contenuti lavorando sul modello sviluppato dal progetto Prospect come una formazione specifica basata sul service learning che tiene conto del background culturale dei diversi paesi che sono stati coinvolti nello sviluppo del modello.
Si tratta quindi di non lasciarsi ingannare dalle difficoltà, ma di sfidare le difficoltà che nascono da aspetti strategici/organizzativi piuttosto che da quelli cognitivi e relazionali.
Certo, tra i grandi temi affrontati – ambiente, genere, diritti di tutti e per tutti, cittadinanza globale anche per gli emarginati della società – non sono mancate sfide e difficoltà di attuazione.
Punti da migliorare
Le questioni più complesse sono quelle relative alle differenze di genere, non perché gli alunni non siano in grado di riconoscere le difficoltà che comporta la gestione della diversità umana, ma a causa del loro vissuto, che spesso non permette loro di mettere a fuoco le azioni che potrebbero risolverle.
In questo caso si suggerisce di differenziare questo argomento in base all’età degli alunni, procedendo per i più piccoli a far acquisire contenuti legati al loro modo di vivere con i compagni di classe, con i bambini disabili o in difficoltà, attraverso percorsi didattici attenti a ciò che è diverso da me fino ad arrivare alla consapevolezza della diversità come valore aggiunto. Per gli studenti adolescenti, invece, l’argomento può essere trattato per raggiungere la consapevolezza e la necessità della diversità di genere come rispetto degli altri in generale.
Anche il tema del cambiamento climatico offre spunti interessanti, anche se non troppo vicini ai bambini che ricevono le notizie dai media, il che li rendono meno consapevoli. Si tratta qui di fornire un tempo supplementare affinché l’analisi delle situazioni esistenti, le loro cause e conseguenze possano essere assimilate e apprese consapevolmente.
Inoltre, un altro aspetto che dovrebbe essere rafforzato all’interno del progetto è il collegamento e l’integrazione del percorso di lavoro con le attività curricolari quotidiane della classe nelle diverse materie.
Il sistema del progetto è complesso sia nell’identificazione di tutti gli aspetti che lo caratterizzano sia nella declinazione dei passi procedurali. Il passaggio più delicato sta nella valutazione degli apprendimenti formali e delle abitudini e/o atteggiamenti che nascono lungo il percorso e sviluppano conoscenze e attitudini.
L’approccio educativo proposto, anche se in alcune fasi si avvicina al nostro stile di insegnamento, richiede ancora del tempo affinché le nostre proposte educative e le conoscenze e gli apprendimenti acquisiti dai bambini possano essere effettivamente messi al “servizio” della comunità. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario cambiare il paradigma legato al curriculum scolastico affinché ci sia una reale integrazione del modello con il curriculum.
L’emergenza pandemica è stata un ostacolo all’implementazione delle unità di apprendimento in quanto non ci ha permesso di svolgere le attività al momento giusto e c’è stata una mancanza di continuità nello svolgimento di tutte le attività pianificate e programmate.
Tuttavia, sono stati fatti i migliori sforzi per assicurare che le unità di apprendimento fossero testate in modo da poter applicare e valutare la metodologia del service learning all’interno delle attività curriculari delle classi coinvolte.
Punti di forza
Affrontare questioni di portata così globale ha portato a una revisione dei contenuti selezionati per l’apprendimento disciplinare e a una riflessione sugli stili di insegnamento, non più legati solo a proposte curricolari di base. Si può riconoscere in coloro che sono stati coinvolti nella formazione e nella verifica delle unità di apprendimento, una rivalutazione dei sistemi e delle procedure statiche di insegnamento. Questo ha messo in gioco la professionalità dell’insegnante, la capacità di riprogrammare i contenuti generali per integrarli con le attività proposte dalle unità di apprendimento.
Gli aspetti di questo processo di formazione continua di chi già lavora nella scuola, che hanno prodotto miglioramenti, sono i seguenti:
– Progettare attività didattiche di ampio respiro legandole a temi di fondo che completino le conoscenze disciplinari, senza timore di aggiungere una proposta che non si leghi ai programmi disciplinari.
– Adottare come temi i grandi problemi del mondo attuale, gli unici in grado di costruire una cittadinanza attiva e consapevole se proposti fin dalla più tenera età.
– Aver modificato le strategie metodologiche, implementando nuovi strumenti come il dibattito, il lavoro di gruppo, la richiesta di utilizzare le proprie conoscenze per attivare azioni che possono essere comunicative.
– Aver analizzato e valutato gli apprendimenti non solo come risultati di un’azione didattica ma come obiettivi di apprendimento attesi.
Inoltre, il progetto è stato uno stimolo per gli insegnanti ad utilizzare strategie volte a coinvolgere più attivamente i bambini nei processi educativi e a renderli più consapevoli dei processi metacognitivi coinvolti.
Un altro aspetto che sta diventando parte integrante della professionalità degli insegnanti è il saper strutturare percorsi che partano da problemi reali e vicini agli alunni per avere una ricaduta oggettiva sul loro apprendimento e sulla loro vita quotidiana.
I modelli di unità di apprendimento proposti evidenziano l’operatività “costruttiva” delle conoscenze dello studente, una forma di approccio alla cittadinanza globale, che parte dalla pianificazione iniziale dell’unità e dalla condivisione con gli studenti degli obiettivi da raggiungere, sia dal punto di vista dei contenuti che della motivazione, ovvero partecipare alla vita socio-culturale ed economica del mondo adulto.
Per ottenere un risultato efficace ed efficiente del lavoro di progetto, è necessario valutare una serie di aspetti, da cosa significa “creare un ambiente di apprendimento” a come organizzare “contenuti e fonti documentarie”.
Quando si tratta di grandi e gravi questioni sociali ed economico-politiche, è essenziale lavorare molto sulla proposta progettuale dell’unità di apprendimento, indicando chiaramente qual è la responsabilità dell’insegnante e quale quella degli studenti, quali materiali selezionare e utilizzare, come organizzare la classe in modo che già “impari” a mettere insieme le forze individuali e trasformarle in azione collettiva. Anche questa è una competenza fondamentale.
Le unità di apprendimento elaborate e sperimentate in Prospect si sono attenute ai parametri di una buona e solida competenza di cittadinanza globale.
Pertanto, i metodi operativi e laboratoriali (nel senso di agire cognitivamente e non solo di sperimentare) sono stati i più efficaci e motivanti.
L’attenzione alla preparazione dell’ambiente di apprendimento, alla costituzione di gruppi di lavoro, alle richieste in base alle potenzialità di ogni alunno ha favorito l’inclusione anche di alunni con bisogni speciali di apprendimento.
Soprattutto, una pianificazione attenta e dettagliata ha favorito l’atmosfera della classe e ridotto l’ansia da prestazione degli insegnanti.
Suggerimenti
Coinvolgere gli insegnanti in una formazione che possa renderli consapevoli di come utilizzare il service learning come un nuovo approccio nella pratica dell’insegnamento.
– Nel pianificare le loro attività annuali, gli insegnanti dovrebbero riflettere collegialmente sull’opportunità di includere l’uso di questo modello per sviluppare alcune aree tematiche.
– Progettare unità di apprendimento che utilizzano l’approccio del service learning nella pianificazione dei corsi di educazione civica.
– La realizzazione di un prodotto finale, che sia un poster, un video, un opuscolo da diffondere attraverso i media o nel territorio locale, stimola e motiva maggiormente gli studenti, li fa sentire più coinvolti nella costruzione del sapere, del saper essere e del saper fare, che sono il nucleo del concetto di competenza.
– Progettare unità di apprendimento che prevedano sempre una fase di rendicontazione alla comunità, alla famiglia e al territorio. Questo potrebbe anche favorire una maggiore motivazione e impegno personale sia da parte degli insegnanti che degli studenti. Dovrebbe diventare una costante per raggiungere le competenze scolastiche e di cittadinanza globale, che sono fortemente interconnesse.
Di seguito i nostri suggerimenti da tenere in considerazione nella pianificazione delle politiche di formazione degli insegnanti:
– Diffondere agli organi ministeriali e agli enti locali le buone pratiche derivanti dalla sperimentazione di esperienze di apprendimento come PROSPECT. Questo permetterà una riflessione condivisa e formalmente accettata delle indicazioni e dei suggerimenti derivanti dalla valutazione delle buone pratiche sperimentate.
– Condividere le pratiche, le loro procedure, le aree, le metodologie e lo stile di insegnamento derivanti dal pilotaggio del modello PROSPECT sia nella fase di formazione iniziale che nella formazione continua degli insegnanti
– Sviluppare progetti di formazione iniziale da realizzare con l’università che possano prevedere sia l’acquisizione di contenuti di cittadinanza globale, compresi i documenti internazionali, sia lo sviluppo di competenze metodologiche e strategiche per affrontarli all’interno della scuola.
– Sviluppare corsi specifici e periodici sulle competenze di cittadinanza globale, con tutor formati per questo, partendo dall’analisi delle buone pratiche realizzate, dall’individuazione del problema selezionato sulla base del contesto di riferimento, da una progettazione secondo il modello di unità di apprendimento sviluppate da Prospect e la conseguente decisione di inserire questi corsi all’interno del curriculum scolastico.
– La comunità educante dovrebbe promuovere corsi di formazione per insegnanti finalizzati ad aumentare la capacità degli stessi di progettare percorsi che prevedano la crescita complessiva degli alunni, sia in termini di apprendimento che di acquisizione di competenze civiche e sociali.
– Il modello educativo sperimentato, legato al service-learning, deve essere integrato con la programmazione curricolare e diventare parte dell’identità della scuola.
– L’importanza del protagonismo degli alunni e degli insegnanti nella strutturazione delle risposte ai problemi della comunità e nella progettazione dei percorsi educativi.